Crimson Peak – Recensione

Titolo originale: Crimson Peak
Anno di uscita: 2015
Genere: Thriller, romantico, mistero
Regia: Guillermo del Toro

Trama

Edith non si trova bene nell’alta società della New York di inizio ’900, il trauma della madre deceduta, l’aspirazione ad essere una scrittrice e le strane allucinazioni di cui è vittima la rendono diversa dagli altri. Per questo quando tra gli spasimanti si palesa un carattere anticonformista come Thomas Sharpe, uno che sembra amarla per quello che è, Edith non ha dubbi e lo sposa in gran fretta. La morte del padre la costringerà a trasferirsi lontano da New York, a Crimson Peak, dove Thomas vive con la sorella Lucille in una casa fatiscente e spaventosa. Là Edith incontrerà la realtà del loro rapporto.

Recensione

Con uno stile simile a “Il Labirinto del Fauno”, anche con questo film Guillermo del Toro decide di raccontarci una fiaba dai tratti oscuri, ambientata in una magione in stile gotico lugubre e fredda, che in questo caso è resa la vera protagonista della storia, nonostante venga spacciata solo come luogo dove agiscono i protagonisti.
La fotografia (come la scenografia) è fondamentale e resa benissimo, con il nero della casa che contrasta il bianco candido della neve, e l’argilla rossa caratteristica del luogo, che sovrasta il tutto, insinuandosi anche da sotto il pavimento, chiaro simbolo che, prima o poi, tra quelle mura scorrerà del sangue.

In questa fiaba, la parte sovrannaturale è dedicata ai fantasmi che infestano la casa, ma anche i pensieri di Edith. Nonostante possa sembrare che la scelta della classica villa gotica infestata sia un po’ banale, il tutto è reso molto bene, sia per la scelta del background dei fantasmi, sia per il loro design, essi infatti ci appaiono molto più “fisici” ed i colori con cui sono rappresentati determinano la loro storia ed il loro stato d’animo. Non sono esattamente spaventosi, la vera nota di paura è resa dalla musica, perfetta in ogni momento.

In sostanza, ciò che rende estremamente godibile la pellicola non è la storia in sé, che a mio avviso è molto lineare, e la protagonista non brilla di originalità, ma tutto ciò che è stato costruito attorno: scenografia, fotografia, musica, trucco e costumi sono impeccabili e fanno si che lo spettatore possa immergersi in tutta l’ambientazione e assaporarla dall’inizio alla fine.

Conclusione

Molto consigliato per chi ama lo stile di del Toro, consapevoli che essendo lui il regista ci saranno, soprattutto verso la fine, scene abbastanza crude ed esplicite.

È un mondo selvaggio in cui le cose muoiono, si mangiano a vicenda sotto i nostri piedi.

Lucille Sharpe

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