
titolo originale: Soul
anno di uscita: 2020
genere: animazione, commedia, drammatico
regia: Pete Docter, Kemp Powers
Trama
Joe Gardner è il direttore di una banda musicale delle scuole medie e ha la passione del jazz. Il suo sogno più grande è esibirsi in un prestigioso locale di New York l’Half Note.
Dopo 20 anni di tentativi, finalmente riesce ad ottenere una serata grazie ad un suo ex llievo.Durante il tragitto però, Joe cade in un tombino e muore. La sua anima, ormai separata dal corpo, si ritrova nell’aldilà.
Nel tentativo di scappare, finisce nello You Seminar, un luogo dove le anime vengono addestrate ed educate per sviluppare carattere e passioni che ci rendono ciò che siamo. Una volta pronte, scendono sulla Terra per creare un nuovo essere umano.
In questo luogo, a Joe verrà affidata 22, un’anima che viene bocciata da centinaia di anni perché pensa che la Terra faccia schifo.
Recensione
Film della Pixar, che anche questa volta riesce a sorprendere e catturare l’attenzione.
Joe Gardner, primo protagonista afroamericano della casa di produzione, è il classico personaggio con una grande passione che vuole raggiungere a tutti i costi, ma che nel frattempo conduce una vita che lui considera mediocre, ed esibirsi in quel locale è considerato il suo massimo livello di felicità a cui può ambire, ma con le avventure che intraprenderà si renderà conto dei suoi veri desideri.
22, co-protagonista della storia, è un’anima che non considera abbastanza interessante la vita stessa sulla Terra, rifiutandosi di, letteralmente, nascere.

Una particolarità che si nota in 22 è che, per come è fatto l’antemondo, non ha sesso, etnia, o altre caratteristiche particolari che la distinguono, se non una cosa fondamentale: la sua personalità, unica caratteristica che differenzia le anime, che altrimenti sarebbero indistinguibili fra loro. Si tratta di una personalità che, come tutte le altre, in parte le viene costruita sopra, e in parte se la costruisce da sola, esplorando e cercando di trovare quella che viene definita la “scintilla”, che può essere qualsiasi cosa che ti rende consapevole di essere pronto a diventare effettivamente un essere umano con una propria coscienza e quindi essere pronto a nascere.
Tutto questo accade senza avere caratteristiche fisiche o sociali, per dimostrare che non è importante a quale sesso, orientamento, religione o classe sociale appartieni, ma è importante come sei fatto dentro, che sembra un concetto scontato, ma in realtà siamo ancora ben lontani, purtroppo, a mettere da parte i pregiudizi verso qualcuno considerato “diverso” dal “normale”.
Il film fa in modo che lo spettatore si affezioni molto a 22, per il suo carattere sprezzante che però nasconde una fragilità e una paura molto più grande di quanto ci si aspetterebbe, introducendo anche il delicato e sicuramente molto pesante tema della depressione, pur cercando di non appesantire troppo il film, vista la sua natura, destinata anche ad un pubblico più piccolo.
Una domanda sorge spontanea alla visione della pellicola:
è davvero un film per bambini?
Con Disney e Pixar siamo abituati a ritrovarci con cartoni animati molto piacevoli da guardare per i bambini, ma con sotto testi più profondi che li rendono interessanti e godibili anche per un adulto.
Con Soul, ci troviamo di fronte ad un distacco maggiore, non che sia meno interessante per un bambino, anzi, ma comunque sembra esserci stato un ribaltamento e una crescita non da poco e, se prima ci trovavamo di fronte ad un film per bambini ma con temi più complessi che potevano capire gli adulti, con quest’ultima produzione ci troviamo di fronte ad un film per adulti (non nel senso che ci sono scene violente o linguaggio scurrile, ci si riferisce solo a temi profondi e complessi che sono molto più preponderanti) ma che anche un bambino può trovarlo piacevole, per la presenza di scene divertenti e personaggi carini, come possono esserlo le anime e il mondo dell’aldilà, estremamente colorato.
Soul si può quindi definire un film d’animazione molto più maturo per le domande esistenziali che si pone, come chi siamo, per cosa viviamo e qual è il senso stesso della vita.
Possiamo lodare, oltre alla storia, le meravigliose animazioni, che sono via via più complesse e dettagliate ad ogni film che esce.
In Soul possiamo goderci anche i più piccoli dettagli, come i diversi tessuti dei vestiti, la consistenza di vari oggetti e personaggi, sia umani che non.
Per non parlare della caratterizzazione dei personaggi secondari, oltre che quelli primari, sia a livello di costumi, sia a livello di personalità, facendo in modo che, anche se qualcuno di essi compaia per pochi minuti, difficilmente passerà inosservato, come ad esempio la mamma di Joe, il barbiere, la sassofonista Dorothea Williams, la giovane allieva di Joe, e tanti altri.
Conclusione
Soul è decisamente uno dei migliori film usciti negli ultimi mesi, da guardare sia se si è piccoli che ormai di una certa età, anche se per questa volta, gli adulti ne rimarranno decisamente più colpiti.
La vita offre mille opportunità, basta sapere dove guardare
Joe Gardner