Sound Of Metal – Recensione

Titolo originale: Sound of Metal
Anno di uscita: 2019
Genere: Drammatico, musicale
Regia: Darius Marder

TRAMA

Il batterista Ruben forma con la fidanzata Lou il duo Blackgammon: i due vivono insieme e sono sempre in viaggio per le strade d’America, in tour da un club all’altro.
Ex tossicodipendente pulito da quattro anni, Ruben inizia a percepire uno strano ronzio nelle orecchie e in poco tempo diventa quasi completamente sordo. Sopraffatto da ansia e depressione, si rifugia in una casa per sordomuti gestita da un veterano del Vietnam anch’egli sordo.
Grazie al lavoro con altre persone nella sua situazione Ruben arriva ad accettare la sordità, anche se non perde la speranza di tornare a sentire grazie ad un impianto artificiale e così riunirsi con Lou, nel frattempo trasferitasi in Francia dal padre.

RECENSIONE

Film candidato a 6 premi Oscar 2021, tra cui miglior film.
Ruben è un batterista Metal, e il peggior incubo per un uomo che fa di lavoro musica è perdere la capacità di sentirla.
Quel poco di udito che gli rimane dovrà imparare a preservarlo, in quanto una volta perso non è più recuperabile, a parte una piccola grande speranza che risiede in un impianto artificiale che potrebbe migliorare la situazione.
Il lavoro di Ruben si basava sui suoni, e non sentendoli più, vede la sua vita sgretolarsi rapidamente.
Per imparare ad accettare la sua condizione e a comunicare col linguaggio dei segni, decide a malincuore di recarsi in una casa per sordomuti.


La sua è solo un’altra delle battaglie che ha affrontato e che ora dovrà affrontare, visto il suo passato da alcolista, e in quel caso aveva trovato una salvezza in Lou, la sua compagna, anche lei con un passato travagliato, che ha portato entrambi ad aggrapparsi l’un l’altro per uscire dalla brutta situazione nella quale si trovavano.
Ora però Ruben si trova da solo, e dovrà lottare con tutte le sue forze per poter tornare dalla sua amata.

Il punto forte del film è, ovviamente, il sonoro.
Da quando Ruben perde quasi del tutto l’udito, si alternano momenti in cui sentiamo i suoni normalmente, e momenti in cui sentiamo i suoni dal punto di vista del protagonista. Scelta ottima per immergersi ancora di più nella narrazione.
Nota di merito per la scelta del cast, in quanto la maggior parte di esso è composto da persone proveniente dalla comunità sorda, rendendo il tutto molto più veritiero. Nonostante ciò, anche i protagonisti, con un udito normotipico, se la sono cavata egregiamente, soprattutto Riz Ahmed (Ruben) che è risultato molto credibile, che si è preparato per il ruolo imparando il linguaggio dei segni americano e prendendo lezioni di batteria.

CONCLUSIONE

Film molto ben costruito, che ti fa conoscere un po’ meglio la comunità sorda, e quello che si prova ascoltando il mondo attraverso di loro.
Non eccessivamente drammatico, nel complesso consigliato.

Il mondo può essere un posto molto crudele. Ma ci sono momenti in cui tutto si ferma e questo mondo frenetico diventa luminoso e magnifico. E la paura scompare.

Cit.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *